Chiudiamo per sempre i wet market
SIAMO TORNATI IN CINA, DOVE NULLA È CAMBIATO
Con l’aiuto di attivisti locali, abbiamo raccolto immagini esclusive nel luogo in cui si ritiene che tutto abbia avuto inizio: la Cina. Il nostro team di investigatori ha ritenuto che fosse molto importante monitorare la situazione dei wet market e capire se qualcosa fosse davvero cambiato, come hanno ripetutamente annunciato molti media.
Avevamo un obbligo nei confronti del mezzo milione di persone che hanno già firmato la nostra petizione per chiedere di chiudere questi luoghi in cui uomini e animali convivono, creando l’ambiente perfetto in cui i virus proliferano. Dovevamo tornare nei wet market della Cina per denunciare la verità e lo abbiamo fatto con la collaborazione degli attivisti locali.
Non è la prima volta che i nostri investigatori si infiltrano nei mercati asiatici dove vengono venduti animali vivi, selvatici e domestici per il consumo umano. Tra il 2014 e il 2019, infatti, abbiamo registrato immagini scioccanti dai wet market in Cina, Vietnam e India, a testimonianza della negligenza e della crudeltà con cui si opera in questi luoghi.
Il materiale che siamo riusciti a riprendere tornando in Cina rivela che la minaccia per la salute e la sicurezza pubblica continua. Nonostante i mesi terribili che hanno cambiato le nostre vite, questi mercati – dove si ritiene abbia avuto origine il COVID -19 – sono ancora aperti al pubblico, ricevono folle di persone e, peggio ancora, tutti i tipi di animali continuano ad essere brutalmente venduti e uccisi.
LA SOFFERENZA DEGLI ANIMALI CONTINUA
WET MARKET, APRILE 2020
UNA MINACCIA PER LA SALUTE PUBBLICA
Animal Equality ha lanciato una campagna internazionale per chiedere l’immediata chiusura dei wet market in tutto il mondo. Il nome wet market – letteralmente “mercati umidi” – deriva in parte dal sangue, dalle viscere, dalle squame e dall’acqua che bagnano i pavimenti delle bancarelle.
Resti degli animali brutalmente uccisi per soddisfare i clienti che desiderano carne appena macellata.
Grazie ai filmati esclusivi girati dagli investigatori di Animal Equality nei wet market di Cina, Vietnam e India, possiamo mostrare come gli animali quali cervi, procioni, coccodrilli e cani vivono in gabbie sporche, disidratati, affamati e malati.
Questi mercati rappresentano anche una minaccia per la salute pubblica ed è proprio qui che in passato sono nate diverse epidemie, inclusa la SARS. I ricercatori ritengono che anche il COVID-19 abbia probabilmente avuto origine in un wet market di Wuhan, in Cina, mercato noto per il commercio di animali selvatici.
Questi wet market sono una minaccia alla salute pubblica e causano incredibili sofferenze agli animali selvatici e da allevamento. È per questo che Animal Equality chiede alle Nazioni Unite di vietare tutti i wet market. Questi mercati non solo rappresentano un pericolo reale e concreto per l’uomo, ma sono anche fonte di sofferenze estreme per gli animali.
3 su 4 delle nuove malattie infettive che insorgono nella popolazione umana provengono dagli animali.
Relazione sulle Malattie Zoonotiche,
Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie
I PERICOLI E LE CRUDELTÀ DEI WET MARKET
LA VOCE DELLA SCIENZA
Se prendi degli animali selvatici e li metti in un mercato insieme ad animali domestici e altri animali, dove ci sono infinite opportunità per un virus di fare un salto di specie, stai creando … una superstrada per i virus, che passano così dagli ambienti selvatici alle persone. Non possiamo più tollerare che questo accada. Voglio che i mercati degli animali selvatici vengano chiusi
DOTTOR IAN LIPKIN
Esperto di Malattie Infettive
Gli animali vengono stipati insieme in gabbie e trasportati per grandi distanze. Sono stressati e immunodepressi ed espellono qualsiasi agente patogeno che hanno in loro. Con tutte le persone che visitano e lavorano al mercato e che vengono costantemente in contatto con i fluidi corporei di questi animali, hai creato un mix ideale per la diffusione [della malattia].
PROF ANDREW CUNNINGHAM
The Zoological Society di Londra
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